Il corpo, lo spazio che abitiamo
Abitare il corpo significa sentirsi parte di esso, entrare in volo dentro ogni distretto per sentire che effetto ha vestire i propri panni, lasciarsi condurre dal respiro verso zone del corpo che quotidianamente dimentichiamo di osservare, di ringraziare.
Data:
23 Ottobre 2023
Abitare il corpo significa sentirsi parte di esso, entrare in volo dentro ogni distretto per sentire che effetto ha vestire i propri panni, lasciarsi condurre dal respiro verso zone del corpo che quotidianamente dimentichiamo di osservare, di ringraziare.
Prenderci cura del nostro corpo, abitarlo in maniera presente e non giudicante, ci aiuta a nutrire anche la nostra mente, a rigenerarla con la sensorialità ormai dismessa e relegata dentro al cassetto delle cose perdute. Riuscire ad ascoltarsi non è facile, i pensieri intrusivi sono in agguato, pronti a entrare in scena e a impossessarsi della nostra mente, ma questo non deve fermarci.
Nonostante la tecnologia sia arrivata a livelli così alti da permetterci di stare insieme anche a distanza non è ancora riuscita a soppiantare la magneticità di due corpi che si incontrano, che si cercano e che finalmente si trovano. Nel corpo sperimentiamo emozioni, sensazioni, sentimenti negli stessi luoghi , ed è solo la nostra capacità cognitiva che determina la corretta interpretazioni della realtà (interna e/o esterna) che viviamo; i significati che attribuiamo alle esperiente vissute. E spesso siamo ingannati, confusi e non ben comprendiamo ciò che ci accade, attribuendogli significati diversi.
Secondo Bessel Van Der Kolk il nostro cervello si sviluppa dal basso verso l’alto: il nostro cervello razionale, cognitivo è, in realtà, la parte più giovane dell’encefalo e occupa soltanto il 30% dello spazio interno del cranio. Il cervello razionale ha a che fare principalmente con il mondo esterno: è deputato a capire come funzionano cose e persone, come realizzare i nostri obiettivi, come gestire il tempo e dare processualità alle azioni.
Al di sotto del cervello razionale ve ne sono altri due evolutivamente più antichi e, in qualche misura, separati, responsabili di tutto il resto: la gestione e il monitoraggio della fisiologia del nostro corpo, l’individuazione del senso di agio e di sicurezza, delle situazioni di pericolo, dello stato di fame e di stanchezza, del desiderio, della nostalgia, dell’eccitazione, del piacere e del dolore.
La parte più primitiva, già attiva al momento della nascita, è la parte antica del cervello animale, chiamata spesso cervello rettiliano. Si trova nel tronco-encefalico, appena al di sopra del punto in cui il midollo spinale entra nel cranio. Il cervello rettiliano è responsabile di tutte le attività che i bambini appena nati possono compiere: mangiare, dormire, svegliarsi, piangere, respirare; percepire la temperatura, la fame, l’umidità e il dolore; liberare il corpo dalle tossine, urinando e defecando.
Proprio al di sotto del cervello rettiliano vi è il sistema limbico, noto anche come cervello mammaliano, in quanto tutti gli animali che vivono in gruppo e allevano i propri piccoli ne possiedono uno. Lo sviluppo di quest’area del cervello inizia dopo la nascita: è il luogo delle emozioni, il sistema di controllo del pericolo, il giudice di ciò che è piacevole o spaventoso, l’arbitro di ciò che è determinante o meno per la sopravvivenza. È anche un posto di comando centrale per fronteggiare le sfide insite nella vita. Il sistema limbico si plasma con l’esperienza, in collaborazione con il corredo genetico del bambino e il temperamento innato. Se ci si sente al sicuro e amati, il cervello si specializza nell’esplorazione, nel gioco e nella cooperazione; se si è spaventati e indesiderati, invece, il cervello diventerà esperto nella gestione dei sentimenti di paura e di abbandono. Il cervello rettiliano e il sistema limbico costituiscono insieme quello che l’autore, nel corso di questo libro, chiama il “cervello emotivo”.
Questo è il nostro corpo, lo abitiamo e con esso viviamo attribuendogli i significati esperienziali in base al cervello razionale interpretiamo il restante 70%, ovvero quello che percepiamo con il cervello rettiliano e mammaliano.
FONTI
S. W. Porges, J.A. Doussard – Roosevelt, A. K. Maiti (1994), “Vagal tone and the physiological regulation of emotion”, in N.A. Fox (a cura di), The Development of Emotion Regulation: Biological and Behavioral Considerations, Monographs of the Society for Research in Child Development, 59 (240), pp. 167-186. 9
B.Vand Der Kolk IL CORPO ACCUSA IL COLPO Mente, corpo e cervello nell’elaborazione delle memorie traumatiche (ed. Cortina, 2015) https://www.spiweb.it/la-ricerca/
Area tematica CORPO ALIMENTAZIONE E DCA a cura della Dott.ssa Laura Sardone Psicologa Psicoterapeuta Dirigente Psicologo UODS DCA della Asl Frosinone – Viale Mazzini snc – 0775-2072588 dca.fr@aslfrosinone.it
Ultimo aggiornamento
2 Novembre 2023, 06:50
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