Solitudine: dalla malinconia al percorso di conoscenza di sé

Alla base delle relazioni umane c’è il bisogno di condividere, un grande desiderio di senso di appartenenza che  la solitudine può ostacolare, facendoci sentire incompresi e diversi dagli altri, disconnessi e abbandonati dal resto del mondo.

Data:
19 Gennaio 2024

Alla base delle relazioni umane c’è il bisogno di condividere, un grande desiderio di senso di appartenenza che  la solitudine può ostacolare, facendoci sentire incompresi e diversi dagli altridisconnessi e abbandonati dal resto del mondo. Ma si  può anche essere predisposti alla solitudine, essere timidi,  introversi, malinconici.

Allora, quando la solitudine può essere considerata “normale”? Quando risulta alternata a situazioni di socialità, tanto da raggiungere un equilibrio fra le due.

Dal momento che si nasce soli, occorre fare una scelta tra essere vittime di questa condizione o  utilizzarla  a nostro vantaggio.

In realtà, la solitudine fa parte di tutta una serie di passaggi della vita dell’essere umano che spesso vengono dati per scontati, ma che se vengono saltati possono portare allo sviluppo di condizioni di malessere. Imparare a stare bene da soli dovrebbe essere un traguardo da raggiungere man mano che l’individuo costruisce la propria indipendenza.

Si, perché essere soli significa anche crescere e conoscerci da dentro, cosa che magari non si riuscirebbe a fare in costante compagnia di altre persone, in quanto questo comporterebbe adeguarsi troppo agli altri, sfavorendo la connessione con noi stessi.

“L’etimologia stessa della parola esistere è ex-sistere, ovvero essere fuori → essere esposto → essere solo”.

Come riuscire ad affrontare quella solitudine che ci blocca e che non risulta utile per noi? Iniziare a coltivare nuove amicizie o riprendere vecchi rapporti, magari anche solo on-line, anche se questo può voler dire uscire dai nostri schemi e provare un po’ di quel sano imbarazzo di quando ci si butta in esperienze che esulano dalle nostre solite abitudini.

A proposito delle amicizie on-line, la psicologa Sherry Turkle, che da anni si occupa di studiare la psicologia della comunicazione online, offre un’ipotesi interessante:

“Di questi tempi, quei telefoni nelle nostre tasche stanno cambiando le nostre menti e i nostri cuori perché ci offrono queste fantasie gratificanti.
Uno, che possiamo rivolgere l’attenzione dovunque vogliamo.
Due, che saremo sempre ascoltati.
E tre, che non dovremo più essere soli.
E questa terza idea che non dovremo mai essere soli, è cruciale nel cambiamento della nostra mentalità . Perché nel momento in cui le persone sono sole, anche solo per qualche secondo, diventano ansiose, irrequiete, si fanno prendere dal panico, vanno in cerca di un dispositivo.
Pensate alle persone in fila alla cassa o a un semaforo rosso. Essere soli è percepito come un problema che va risolto. E così si cerca di risolverlo con la connessione.
Ma qui, la connessione è più un sintomo che una cura.
Esprime, ma non risolve, un problema di fondo. E ancora più che un sintomo, la connessione costante sta cambiando il modo in cui la gente pensa a se stessa.
Sta dando forma a un nuovo modo di essere.
Il miglior modo di descriverlo è: condivido quindi sono.
Usiamo la tecnologia per definire noi stessi condividendo i nostri pensieri e le nostre sensazioni persino quando le stiamo provando. ”

“Siamo soli, ma abbiamo paura dell’intimità. E quindi dai social network ai robot socievoli, progettiamo tecnologie che ci daranno l’illusione di una compagnia senza bisogno di amicizia. Ci rivolgiamo alla tecnologia perché ci aiuti a sentirci connessi in modi che possiamo agevolmente controllare. Ma non ci sentiamo a nostro agio. Non abbiamo il controllo assoluto.”

Ultimo aggiornamento

19 Gennaio 2024, 12:43

Commenti

raffaele

Ho 500 amici su FB, ora mi faccio un selfie.....hai 500 amici e nessuno che ti scatta una foto, questo è il vero problema!

raffaele

chiacchere inutili, io sto bene solo con me stesso il problema sono tutti quelli che cercano compagnia a tutti i costi. Non che non mi piaccia andare ad una festa o ad una serata ma non lo reputo indispensabile

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Salvataggio di un cookie con i miei dati (nome, email, sito web) per il prossimo commento